Dictatus Papae
Ad un argentino puoi chiedere chi sia più forte tra Maradona e Messi. Il D10S e “il figlio calcistico spirituale”. E le risposte potranno essere diverse a seconda delle generazioni, della squadra per cui si tifa, degli avvenimenti della propria vita legati al Pibe o alla Pulga. Ma un argentino, anzi, un porteño – un cittadino di quel porto dell’anima chiamato Buenos Aires – mai ti risponderebbe che il più forte tra i due è stato Pelé, un brasiliano seppur leggenda tra le leggende. Edson Arantes Do Nascimento, per il mondo Pelé, per il papà Dondinho ‘Dico’, è il metro di paragone presente in ogni coro dell’hinchada albiceleste per ribadire, sempre, «Maradona es mas grande que Pelé…». Clamorosa l’eccezione arrivata ieri, rimbalzata dalle agenzie di stampa mondiali. Per un argentino illustre, anzi Illustrissimo, addirittura il Vicario di Cristo in Terra, Papa Francesco, Maradona «come giocatore è un grande, un grande ma come uomo è fallito». «Poveretto, è scivolato con la corte di quelli che lo lodavano e non lo aiutavano», è il dictatus papae maradoniano. Un giudizio su Diego Armando Maradona agrodolce e perbenista. Parole che sembrano quasi provenire da qualche giornalista settentrionale, legato professionalmente o sentimentalmente a Juventus, Milan o Inter. La domanda gliel’ha posta al termine di una lunga intervista su questioni ben più serie il direttore del TG1, Gian Marco Chiocci. «(Maradona) È venuto a trovarmi qui il primo anno di pontificato e poi poveretto ha avuto la fine che ha avuto. È curioso: tanti sportivi finiscono male. Anche nella boxe», ricorda Francesco. Santità, dunque chi preferisce? Messi o Maradona? «Messi è correttissimo, è un signore. Ma per me di questi tre il grande signore è Pelé. Un uomo di cuore. Io una volta ho parlato con Pelé, l’ho incontrato su un aereo quando ero a Buenos Aires. Un uomo di una umanità così grande. I tre sono grandi. Ognuno con la sua specialità. Messi è bravo in questo momento. E Pelé era bravo». Bravura del Diez napoletano? Non pervenuta.
Pelé, un Santo?
Eppure Pelé, calciatore immenso, sicuramente uomo di cuore – confidiamo nel riconoscimento del valore degli uomini da parte del Papa – non è che abbia condotto, proprio come Maradona, una vita nella santità. O Rei non ha mai negato di essere un donnaiolo ed è accertato dalle cronache inerenti alla sua vita che fosse un fedifrago seriale. Basti ricordare che inserì nel proprio testamento una figlia mai riconosciuta solo in punto di morte. Ovviamente, il giudizio moralistico applicato ai grandissimi, perlopiù trapassati a miglior vita dopo un’esistenza di trionfi e cadute, è un esercizio sterile e bieco. E di fronte alla vita di Maradona, forse, quella di Pelé, sempre molto istituzionale nei consessi pubblici da lui a lungo frequentati, appare costellata da banali marachelle. Tuttavia, stupisce che chi si dovrebbe far portatore dei valori di Colui che cenava con ladri e prostitute, senza giudicare, ma per offrire solo la salvezza eterna, si faccia carico di commenti così caustici sul privato di quello che in fondo è stato solo un uomo, seppur non comune come ebbe di confidare a Gianni Minà.
Diego e il Vaticano
Forse Francesco è condizionato anche dal fatto di appartenere ad una generazione che ha visto il meglio di Pelé dal vivo, nei limiti dei mass media di allora. Maradona è arrivato da un altro pianeta, per dirla alla Hugo Morales, in un’età più matura dell’attuale Pontefice. Prima rettore del collegio teologico di San Giuseppe, poi il soggiorno in Germania nel 1986 per completare un periodo di studio alla “Philosophisch-Theologische Hochschule Sankt Georgen” di Francoforte sul Meno, con lo scopo di completare la tesi di dottorato (non conseguendolo), infine la nomina a direttore spirituale dei gesuiti di Cordoba. Insomma, il periodo tra la fine degli anni ’70 e l’inizio dei ’90, coincidenti con il miglior decennio maradoniano sui campi di fútbol, è stato decisamente intenso per il futuro papa. Che è invece legato a Pelé dagli anni della giovinezza. D’altronde, un anticonformista come Maradona ha sempre avuto un rapporto conflittuale con il Vaticano. «Sì, ho litigato con il Papa. Ci ho litigato perché sono stato in Vaticano, e ho visto i tetti d’oro, e dopo ho sentito il Papa dire che la Chiesa si preoccupava dei bambini poveri… allora venditi il tetto, amigo, fai qualcosa!», ebbe da dire Dieguito commentando la visita a Giovanni Paolo II nel 1985. E quando una volta un tifoso gli disse: «Diego sei più grande del Papa!», Maradona rispose: «Non è molto». Nessuno si stupisca dunque, dell’ultima enciclica di Jorge Bergoglio, hincha del San Lorenzo. Mica del Boca.