Home In primo piano Il Napoli rianima un cadaverico Union Berlino, la cronaca del match

Il Napoli rianima un cadaverico Union Berlino, la cronaca del match

I campioni d’Italia vanno in vantaggio ma poi non riescono a chiudere la partita

Il Napoli incappa in un pareggio contro l’Union Berlino. Un risultato amaro considerando il corso della partita e lo status del rivale, proveniente da una sfilza di sconfitte consecutive, ben 12. Sotto il profilo del possesso palla, gli azzurri hanno dominato la gara per 90’, risultando poi troppo spreconi quando si è trattato di finalizzare in area di rigore. Quale sia l’antifona della gara lo si capisce subito al 23esimo, con un colpo di testa di Natan su assist al bacio di Zielinski, che si stampa sul palo alla destra del portiere Rønnow. Al minuto 30 viene annullato dal VAR un gol di testa di Anguissa su assist, sempre di testa, di Di Lorenzo: il capitano del Napoli commette fallo appoggiandosi in elevazione a due mani sull’esterno del Berlino, Roussillon. Peccato perché la rete momentanea era arrivata dopo una bella azione iniziata sulla trequarti da Raspadori che serve un Mario Rui libero di confezionare un cross al bacio per il terzino della nazionale italiana. Sponda per Anguissa e voilà, ecco l’insaccata del camerunense. Niente panico, perché al 38esimo su un’azione simile in seguito agli sviluppi di un calcio piazzato, la ricerca del primo gol porta finalmente i suoi frutti: Kvara sulla trequarti per il solito Rui che dal limite sinistro dell’area di rigore s’inventa un passaggio docile con il pallone deviato però dal piedone del difensore dei tedeschi, Diogo Leite. La palla schizza e colpisce fortuitamente al petto Politano accorso in inserimento. Un colpetto sufficiente per bucare la porta dei berlinesi e far esplodere il Maradona. Un brivido allo scadere della prima frazione corre lungo la schiena dei 45mila accorsi allo stadio quando, con una punizione maligna al limite dell’area, Juranovic battezza il palo alla destra di Meret.

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Contropiede tasto dolente

Ad inizio secondo tempo, siamo al 52’, sugli sviluppi di un calcio d’angolo a favore degli azzurri, il Napoli subisce un gol da polli su una ripartenza, con Lobotka ultimo uomo costretto a rincorrere un imprendibile Fofana, libero di servire Sheraldo Becker, il cui destro viene stoppato da un bell’intervento di Meret. Peccato che la palla torni sul piede dell’indiavolato Fofana che a pochi passi dalla porta punisce un incolpevole Meret. Garcia non riesce a sbloccare l’impasse del Napoli con i cambi, forse troppo tardivi: Simeone e Olivera, al posto di Mario Rui e Lobotka (per lui un piccolo problema fisico) entrano solo al 77esimo. Il passaggio al 4-2-3-1, con Raspadori sottopunta del Cholito non cambia l’andamento della gara, con un Napoli troppo lezioso e inconcludente ogni volta che si affacciava dalle parti della difesa a tre (a cinque uomini in fase di non possesso) guidata dall’ex Juve, Leonardo Bonucci.

I cambi tardivi

Neanche i 12 minuti di gara concessi al danese Lindstrom, subentrato a Politano all’85’, modificano l’inerzia della gara. Analogo discorso per Cajuste che sostituisce nei minuti finali uno stanco Zielinski. Il polacco da inizio anno non ha mai saltato una gara, partendo sempre da titolare, e lo si inizia a percepire. L’impressione è che il Napoli giochi ogni gara con il pilota automatico, non spingendosi mai oltre i propri limiti quando si tratta di vincere in rimonta. Con l’allenatore sempre costretto a inventarsi delle mosse a partita in corso per recuperare alla disperata un dominio labile, pronto a crollare al primo contropiede avversario. Un difetto che preoccupa in vista di una stagione che si pronuncia ancora lunga e tortuosa, oltre che con una qualificazione agli ottavi di Champions ancora in ballo, seppure a un passo.