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Cari consiglieri, se ADL è il Male rinunciate ai biglietti gratis

Articolo 13 comma 4 della Convenzione tra il Comune di Napoli e la Società Sportiva Calcio Napoli per l’utilizzo dello Stadio Diego Armando Maradona che sancisce il conferimento di 140 biglietti omaggio in Tribuna autorità al Comune di Napoli (di questi 80 ai consiglieri comunali)

Il pomo della discordia

Condanne, toni fortissimi. Il Consiglio comunale, attaccato nell’orgoglio, difende legittimamente le proprie prerogative istituzionali sullo Stadio Maradona. Nel corso della seduta di oggi, al momento degli interventi non inseriti nell’ordine del giorno, come da art. 37 del regolamento del Consiglio, tra i banchi di via Verdi si è alzato un profluvio di strali indirizzati al presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis. Il produttore cinematografico ieri ha utilizzato parole pesanti nei confronti degli eletti del popolo napoletano affermando che “il Consiglio comunale odia il Napoli” in quanto non vuole “vendere il Maradona”. A chi? Al Napoli naturalmente.

La posizione di Manfredi

Ebbene, oggi in aula diversi consiglieri hanno fatto valere le proprie ragioni, difendendo il sindaco Manfredi che ha in maniera molto limpida affrontato il nocciolo della questione. Potremmo così sintetizzarla: il Napoli (De Laurentiis) deve presentare un piano d’investimenti, solo così ci si potrà sedere ad un tavolo per parlare di una concessione pluriennale (cosa ben diversa da una vendita, impossibile dato che l’ex San Paolo rientra tra i beni indisponibili per Palazzo San Giacomo).

La rabbia dei consiglieri comunali

Ma i consiglieri comunali, si sa, devono sempre mettere ‘acoppa come si suol dire all’ombra del Vesuvio. Giusto per citare alcuni degli interventi: Massimo Cilenti (Napoli Libera) ha giudicato le parole del presidente del Napoli, irrispettose verso il Sindaco e i consiglieri comunali. Ha richiesto dunque l’invio del suo intervento alla Procura per eventuali verifiche di reato (addirittura). Gennaro Esposito (Manfredi Sindaco) ha concordato sull’inopportunità delle dichiarazioni del presidente De Laurentiis, ritenendo inaccettabili i toni e sottolineando l’impatto negativo sull’immagine della città e dei suoi amministratori. Gennaro Acampora (Partito Democratico) ha condannato le dichiarazioni del presidente della SSC Napoli, annunciando l’intenzione di chiedere alla dirigente degli impianti sportivi la rendicontazione di tutti i debiti che la SSC Napoli ha con il Comune. Sergio d’Angelo (Napoli Solidale Europa Verde Difendi la città) ha definito balorda la dichiarazione del presidente del Napoli, sottolineando che lo stadio Maradona non è in vendita e rappresenta un patrimonio dei napoletani. Ciro Borriello (M5S) – già assessore allo sport quando è stata siglata l’attuale convenzione – ha respinto l’accusa sui consiglieri che non amano Napoli e ha proposto una revisione della convenzione con il Calcio Napoli per la gestione dello stadio. Nino Simeone (Misto) ha invitato il presidente del Calcio Napoli a mantenere un comportamento rispettoso verso la città e i suoi amministratori, chiedendo al presidente della Regione per il Maradona i fondi destinati allo stadio di Salerno, sottolineando la richiesta di un project financing per lo stadio. Toti Lange (Misto) ha proposto di approvare un documento unitario del Consiglio che sintetizzi la discussione in risposta alle dichiarazioni del presidente De Laurentiis.

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Un gesto di coerenza

Li abbiamo elencati quasi tutti (ce ne sarebbero altri ancora, più o meno simili) per dovere di cronaca. E per segnalare che nessuno degli intervenuti sulla questione abbia fatto minimamente accenno ai 140 biglietti omaggio offerti dal Napoli al Comune – come dalla convenzione tuttora in vigore – di cui 80 di questi nella disponibilità dei 40 consiglieri comunali (due a testa). L’edizione napoletana di Repubblica, ci ricorda come all’inizio di questa consiliatura, prima ancora dell’insediamento, già la metà dei consiglieri comunali eletti aveva fatto richiesta di questi biglietti omaggio. Sarebbe serio che ai bellicosi proclami di queste ore (con tanto di minaccia di andare in Procura), seguissero gesti concreti. Altrimenti, il rischio di pensare che una certa Napoli un po’ quaquaraquà, armata di triccheballacche e putipù, a volte evocata da De Laurentiis il romano, sempre per citare qualche consigliere, non sia poi così lontana dalla realtà.