Gli amici sono quelli che, guardandoti in faccia o, per meglio dire, fissandoti dritto negli occhi, ti dicono sempre e solo la verità; anche quando non ci piace, fa male e non la vogliamo ascoltare. Oggi, perciò, chi vuole bene al Napoli deve dire e scrivere le cose come stanno: senza infingimenti, piaggerie, accondiscendenze di sorta.
Lasciando da parte tifo e tifoserie, va detto chiaro e tondo che, pur con tutte le attenuanti del caso, al momento la cura Walter Mazzarri non ha prodotto alcuno effetto sul paziente azzurro: lasciato, anche questo va ricordato, da Rudi Garcia in uno stato tra il coma vigile e la morte apparente. In altre parole, va riconosciuta la difficoltà estrema per il tecnico livornese nel dover rianimare quella che, più che una squadra con un triangolino tricolore cucito sulla maglia, è un cadavere in stato di semi-putrescenza.
Detto questo, però, non posso esimermi dallo scrivere, in nome di quella verità prima richiamata, che il bilancio delle prime tre gare sotto la nuova guida tecnica è alquanto deludente: una risicata vittoria a Bergamo che aveva illuso molti che, bontà loro, avevano voluto vedere in essa un forte segnale di rinascita; due sonore sconfitte con tanto di goleada avversaria in Champions League contro il Real Madrid e nello scontro diretto contro l’Inter in campionato per difendere e alimentare ciò che ancora restava del sogno scudetto.
A questo punto, invece, ci concentreremmo sulla prossima, ultima, decisiva gara in quella che fu la Coppa dei Campioni contro i portoghesi dello Sporting Braga e che, nonostante le tante combinazioni a favore del passaggio del turno degli azzurri, non è, a questo punto, più scontata nel risultato. I prossimi eurorivali del Napoli, infatti, sono sì quarti come i partenopei in campionato, ma con due punti in più, due partite in meno e, soprattutto, sole tre lunghezze lontani dalla vetta occupata dal Benfica.
Per la società, il tecnico e la squadra quella sarà, più che la gara giocata e persa in casa contro i nerazzurri, la madre di tutte le partite: ultima occasione di salvare una stagione che con il passaggio agli Ottavi potrebbe avere ancora un senso, altrimenti dovrà dirsi irrimediabilmente fallita a prescindere se, a fine anno, si dovesse centrare il quarto posto in Serie A e l’accesso alla prossima edizione della coppa dalle grandi orecchie; e il fatto che si giochi al Diego Armando Maradona dove non si vince dalla partita interna contro l’Udinese a fine settembre, al momento non aiuta.