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Acampora (Pd): «I proventi di una nuova concessione del Maradona vadano agli impianti di periferia»

Qual è la posizione del principale partito di maggioranza della giunta guidata dal sindaco Gaetano Manfredi sui temi riguardanti lo sport in città? Lo abbiamo chiesto al capogruppo del Partito Democratico al Consiglio Comunale di Napoli, Gennaro Acampora.

Consigliere Acampora, prima di passare alle tematiche riguardanti lo sport, le chiediamo come sia possibile che in città continuino a verificarsi dissesti come la recente voragine al Vomero, in via Morghen?

«Probabilmente la voragine sarà stata generata a causa di una perdita di un impianto privato al civico 63. E questa cosa purtroppo non è la prima volta che accade, perché spesso, così come è capitato anche a via Manzoni alcune settimane fa, questi problemi nascono proprio da allacci privati al sistema fognario pubblico. Detto questo, nonostante la voragine, c’è da dire che la conduttura pubblica a via Morghen è rimasta integra. È chiaro che questa cosa sta generando tanti problemi all’intero quartiere, in quanto ci sono le famiglie senz’acqua. Al momento (ieri ndr) si è tamponata la situazione con un presidio di fornitura idrica in via Bernini. Ovviamente persiste il problema sulla viabilità, per cui non si conoscono ancora bene i tempi di ripristino perché il danno è importante. Secondo me bisogna fare due cose: una ovviamente maggiori controlli sui nostri impianti comunali e sul sottosuolo della città partendo proprio dalla zona collinare, dalla zona ospedaliera, dalle colline di Posillipo e dei Camaldoli; poi bisognerebbe incominciare a fare maggiori verifiche su tutti gli allacci cosiddetti privati della città, per controllare e far emergere quelli irregolari che purtroppo, secondo me, iniziano a essere veramente tanti e sono quelli che portano poi maggiori dissesti idrogeologici».

Passando alla gestione dell’ordine pubblico in occasione delle partite allo Stadio Maradona, le chiedo qual è la sua posizione e quella del suo gruppo consiliare sulla questione ADL-vigili? Cioè, chi deve pagare la polizia municipale in occasione delle partite del Napoli, il Comune o il club?

«Secondo me il presidente De Laurentiis sbaglia a fare il ricorso al TAR perché la legge del 2017 che è stata applicata negli ultimi mesi è molto chiara. In occasioni di eventi di natura privata, gli organizzatori di questi ultimi devono pagare la polizia municipale. Il calcio è vero che è uno sport seguito da tantissime persone, ma nel caso specifico per vedere la partita si paga un biglietto. Quindi di conseguenza si tratta sì di un evento sportivo ma comunque di natura lucrativa. È giusto che la Società Sportiva Calcio Napoli versi questi fondi. Così come penso che questa norma, se applicata in maniera molto stringente, è sbagliata se applicata per alcune associazioni che invece vogliono portare gioia con feste ed eventi di aggregazione sociale, in quartieri di periferia dove non c’è nulla. Bisogna invece trovare soluzioni affinché la Polizia municipale sia lì presente in modo naturale. Proprio perché in occasione di eventi di natura sociale e di feste che aggregano una comunità in un qualsiasi quartiere del nostro territorio, vi deve essere la presenza della Polizia municipale, come presidio di legalità e non come extra da far pagare agli organizzatori, soprattutto quando non ci sono scopi di lucro».

Sulla questione stadio ci sono elementi di novità con il sindaco dopo l’ultimatum di De Laurentiis?

«Come Pd, abbiamo un’idea molto simile a quella del Sindaco nel senso che noi aspettiamo che De Laurentis porti un progetto serio al Comune per discutere come si suol dire carte alla mano sui progetti che il Napoli Calcio vuole realizzare per lo stadio. Noi pensiamo che la priorità sia avere una squadra che giochi all’interno dello stadio Maradona. Pensiamo che lo stadio Maradona possa essere una risorsa per il Comune ma soprattutto per la squadra del calcio Napoli: essendo una risorsa va valorizzata ma anche pagata da chi ne usufruisce, facendoci capire qual è il piano di restyling e qual è lo sviluppo dell’impianto così come si sta facendo in forme varie e diverse, quindi con concessioni con project financing, anche nelle altre città. Perché è chiaro che il Comune da solo non può migliorare l’infrastruttura e quindi c’è bisogno di un intervento privato, ma allo stesso tempo noi questo bene della città non lo possiamo né svendere né regalare. Questo lo dice la legge, ma lo dicono soprattutto tantissimi napoletani».

Ritiene che un Napoli ad Afragola sarebbe un peccato?

«Penso che se qualcuno vuole costruire uno stadio ad Afragola, è giusto che vi giochi l’Afragolese».

Passando al basket, dopo la grande vittoria della GeVi in Coppa Italia, il sindaco apre all’ipotesi di un palazzetto che non sia per forza il Mario Argento. La stampa ipotizza il Centro direzionale come area di costruzione. Dove, secondo lei, andrebbe costruito questo palazzetto del basket?

«Da quello che so, ricostruirlo dove c’era il Mario Argento è un po’ difficile per problematiche legate alle vie di fuga e all’ampiezza degli spazi. Non sono legato al ragionamento del luogo per cui per me zona est o ovest della città è indifferente. Credo che però Napoli meriti un palazzetto importante perché le immagini della vittoria del basket a Torino sono immagini bellissime dal punto di vista sportivo ma lo sono anche per l’impianto in cui si è giocato. Napoli ha bisogno di un palazzetto importante che possa accogliere grandi eventi sportivi e non solo al suo interno. Un’infrastruttura moderna, innovativa e ad impatto ambientale zero».

Napoli Capitale Europea dello sport 2026. Un volano per riqualificare i tanti impianti cittadini?

«Ho un sogno ovvero che con Napoli Capitale Europea dello Sport si possano andare a riqualificare tanti campi e palazzetti della città e anche di costruirne di nuovi nelle periferie. Dico questo perché purtroppo veniamo da anni di amministrazioni che hanno fatto poca manutenzione in generale e con tanti debiti. Mi piacerebbe ad esempio immaginare che gli incassi che il Comune in futuro possa ottenere dallo stadio Maradona, in concessione, in affitto, in quale sarà la modalità che si penserà, possano essere poi distribuiti per riqualificare e rilanciare i tanti impianti di periferia, così da dare l’opportunità a tanti di fare sport. Perché lo sport, oltre a fare bene al fisico, è anche aggregante dal punto di vista sociale. E in più penso che con Napoli Capitale Europea dello sport si può e si deve far maturare la convinzione ai giovani di questa città che lo sport è importante, e che immaginare una città con più persone a fare sport e con meno ragazzi per strada a perdere tempo è sicuramente una vittoria di tutti».