“In Europa una legge per difendere il reddito delle aziende agricole, forza trainante del Sud”
Si presenti agli elettori. Chi è Sandra Lonardo?
“Sono una donna che crede nell’impegno politico, anzitutto. Sono stata presidente del Consiglio regionale campano, senatrice della Repubblica. Mai in pantofole o con le braccia conserte. Prima della politica in Croce Rossa ed organizzatrice di eventi come “Quattro notti di Luna piena” che hanno segnato una svolta nel mondo del marketing territoriale con la valorizzazione dell’economia del vicolo o il commercio serale delle notti bianche. Non sono lady Mastella come malignamente mi chiamavano ai tempi di inchieste giudiziarie finite nel nulla. Sono orgogliosamente moglie di Clemente Mastella”.
Perché si è candidata alle Europee?
“Perché credo nel sogno degli Stati Uniti d’Europa che è il nome della lista con cui sono candidata. Matteo Renzi ha avuto l’abilità di congiungere diverse sigle che si battono per un orizzonte culturale che fu di Einaudi e di De Gasperi e che non è stato realizzato ancora. Io sono cresciuta negli Stati Uniti d’America, oggi mi batto per gli Stati Uniti d’Europa: tanti popoli, fieri della propria identità, ma uniti per contare di più in un mondo che cambia e, purtroppo, non in meglio tra guerre, militari e commerciali, e impetuosi cambiamenti dal clima alla tecnologia, ambito nel quale l’intelligenza artificiale può essere gestita solo in ottica europea se vogliamo evitare che le fake news e le macchinazioni sul web divorino la democrazia”.
Qual è la prima cosa che farà se eletta?
“Subito una legge per difendere il reddito delle aziende agricole che sono la forza trainante del Mezzogiorno. L’Ue deve darsi una svegliata e imporre regole certe contro la concorrenza sleale. I nostri agricoltori rischiano di finire gambe all’aria se non li proteggiamo da produttori extra Ue che possono produrre in condizioni più vantaggiose e dunque proditorie; e poi mi occuperei di ambiente: no alla dittatura delle auto elettriche se queste non diventano accessibili per tutte le tasche e se comportano la devastazione dell’industria italiana dell’automotive che genera tanti posti di lavoro anche al Sud. Sì al green ma a patto che non significhi svenare i cittadini”.