Home Napolitics Europee 2024: 3 domande a Barbara Preziosi (Azione)

Europee 2024: 3 domande a Barbara Preziosi (Azione)

“Lavorerò per portare più Sud in Europa: turismo e cultura in primis”

Chi è Barbara Preziosi?

“Sono una donna, una mamma e un’imprenditrice che ha sempre pensato di dover fare la propria parte per cercare di cambiare in meglio le cose. Tra le mie passioni ci sono quelle per la storia, l’arte e l’architettura; questo negli anni mi ha portata a formarmi e a lavorare nel campo del restauro dei beni culturali. Nel corso del tempo ho scelto di contribuire allo sviluppo dell’azienda di famiglia, avvicinandomi al mondo dell’editoria e della comunicazione. Da tempo sono impegnata nel sociale, poi la genitorialità e il desiderio di mettere le mie competenze al servizio della collettività mi hanno spinta verso un impegno politico attivo”.

Perché si è candidata alle Europee?

“La mia candidatura alle Europee è arrivata probabilmente come naturale evoluzione di un percorso politico partito quasi cinque anni fa. Ora ho la possibilità di impegnarmi nel sostenere in modo concreto i valori di libertà, pluralismo ed europeismo che ispirano la lista Azione-Siamo Europei. A ottobre ho partecipato alla fondazione dell’associazione politica “PER” – Popolari, Europeisti, Riformatori – con Ettore Rosato ed Elena Bonetti: un progetto di partecipazione attiva alla politica che mette al centro le competenze e la passione; ed è proprio questo che voglio mettere in campo per rappresentare il Sud in Europa e per questo ringrazio Carlo Calenda che mi ha voluta nella squadra, ma anche Rosato e Bonetti che mi hanno traghettato e supportato in questo percorso”.

Qual è la prima cosa che farà se eletta?

“Lavorerò per rappresentare il Sud in Europa e rilanciarlo, partendo da cultura e turismo. Il patrimonio culturale contribuisce a rafforzare l’identità europea. La diversità culturale dei vari territori europei è una risorsa fondamentale e va rispettata, promossa e potenziata anche attraverso la circolazione e la mobilità delle opere. Per sfruttare a pieno il nostro patrimonio culturale, però, è necessario che in Europa si portino le competenze”.