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Frosinone-Napoli, l’analisi tattica

Cose buone e meno buone viste nella prima gara degli azzurri

Frosinone-Napoli, 1-3. Che dire? È la vittoria del Napoli dello scorso anno. Rimasto tale in tutta la sua intelaiatura, tranne che per il primo tempo dove un Cajuste un po’ impacciato deve prendere ancora confidenza con la serie A e i nuovi schemi. Alcuni elementi da annotare in positivo: lo scorso anno le azioni offensive iniziavano sempre più spesso dalla catena di sinistra, invece, in questi 90 minuti – complice anche l’assenza di Kvaratskhelia – la maggior parte delle sortite offensive hanno avuto la propria origine sulla fascia destra. Con il Frecciarossa a due vagoni Di Lorenzo-Politano a farla da padrone: il terzino va dentro diventando un attaccante aggiunto e Politano si allarga sulla fascia o viceversa. Un martello pneumatico costante contro un solido Frosinone. Di Lorenzo – che se fosse brasiliano sarebbe incensato a livello globale – ha prodotto due assist non a caso.

Jesus non parla coreano

Da rivedere la costruzione dal basso: Juan Jesus non è Kim Min-jae nel saltare l’ultima linea del Frosinone e creare superiorità numerica per servire subito il centrocampista libero (Lobotka di solito). Col brasiliano (e anche un solidissimo Rrahmani) il meccanismo non è oliatissimo, con il centrocampista slovacco costretto ad abbassarsi sulla linea dei difensori e il Frosinone che saliva in pressing senza darti il tempo di ragionare. Molto meglio nel secondo tempo, anche perché è entrato un giocatore universale come Zambo Anguissa che, oltre alla quantità in fase di interdizione, offre pure qualità nel palleggio agendo da playmaker aggiuntivo. Infine, si è aggiunto Mario Rui (altro regista aggiunto) ed il palleggio è stato molto più facile. Curioso l’esperimento Ostigard in media al posto di Lobotka nei minuti finali, a dimostrazione che con un Demme ormai praticamente fuori rosa, servirebbe ancora qualcosina che dia ulteriore fisicità al reparto.

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Fútbol vertical

A dimostrazione di quanto detto c’è il dato sul possesso 53%-47% a favore degli azzurri. Maggiore, ma non di tantissimo. Il che non è per forza una cosa negativa, in quanto rispetto all’anno scorso, come ha già specificato il tecnico Rudi Garcia alla stampa, si cercheranno più strade per arrivare al gol, magari in verticale come in occasione della terza rete degli azzurri, e non solo attraverso il possesso asfissiante. È benvenuta quindi anche la conclusione da fuori area come quella di Politano o il cross dal fondo. Su Osimhen non c’è nulla da dire: che fosse l’arma (letale) in più lo sapevamo già.  La squadra ha dimostrato maturità e consapevolezza dei suoi mezzi, ma il mercato consente ancora di puntellare una rosa già forte.