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Giù le mani da Victor Osimhen

Che nessuno tocchi (o fischi) Victor Osimhen. Dopo gli attacchi spietati agli allenatori, la parte più becera del tifo napoletano ha trovato un nuovo capro espiatorio. Questa volta è bastato un inusuale ritardo con cui è ritornato dalle fatiche della Coppa d’Africa, con tanto di coincidenza aerea persa a Istanbul, per scatenare gli istinti più reconditi della folla scatenata: Osimhen sei poco professionale, via da Napoli, solo la maglia! Un ambiente ridotto a scemenza artificiale per cui basta un input extracampo osimheniano per sfornare slogan preconfezionati. Siamo al Napoli Gpt con questo ragazzo. Poco importa che il Pallone d’Oro africano si sia dovuto sobbarcare un torneo internazionale di un mese e mezzo, con tanto di problema gastrointestinale che lo ha fortemente debilitato poco prima della finale con la Costa d’Avorio. E nulla conta che un giorno di ritardo sia stato causato dalla consegna dell’onorificenza di Membro dell’Ordine del Niger per meriti sportivi da parte del presidente nigeriano Bola Tinubu. Quante ne hai combinate Victor: le parole contro il procuratore di Kvaratskhelia, Mamuka Jugeli, il TikTok gate con i video di presa in giro da parte del social media manager del Napoli, il non recarsi a Berlino da infortunato (sic!) con la squadra per la partita contro l’Union in Champions League. Tutti gesti imperdonabili per i severi censori del commento indignato che, se all’epoca ci fossero stati i social, avrebbero massacrato Maradona per i suoi ritardi intercontinentali. Senza voler scomodare le divinità, tornando in tempi più recenti, parliamo degli stessi seguaci delle vicende del Napoli che subissarono di fischi Edinson Cavani al primo ritorno al San Paolo con un’altra maglia, per Napoli-Psg, amichevole estiva del 2014, per poi ricordarlo oggi con morbosa nostalgia. Gli stessi che hanno già dimenticato le 26 reti del Terzo Scudetto dell’attaccante ex Lille (31 in quell’anno), le 67 marcature totali realizzate sino ad oggi, ed un impegno feroce e leonino in campo, che non è mai mancato in 4 anni di Napoli. Un anno di permanenza in più di Higuain, uno in più dello stesso Cavani, i due grandi campioni sudamericani che mai riuscirono a portare in dote un tricolore all’ombra del Vesuvio. E in un calcio-business, dove i calciatori, specialmente quelli forti come Osimhen, diventano multinazionali di loro stessi su due gambe, è da sottolineare il gol più importante di Victor: il recente rinnovo contrattuale, chiaramente finalizzato ad una vendita, che ha stoppato ogni rischio di vederlo andare via in scadenza deprezzato o addirittura a zero. Zielinski (o Donnarumma guardando altrove) docet. E questa è la dimenticanza più grave degli haters del web vestiti d’azzurro. “Se il signor Al Khelaifi vuole tirar fuori un duecentino…” disse Adl nell’estate del 2023. Non saranno 200, ma almeno il Napoli riceverà 120-130 milioni garantiti dal prossimo acquirente delle prestazioni del numero 9 partenopeo. Ecco, a fronte di qualche comportamento bizzoso, si consiglia ai tanti “tifosi” inviperiti nei confronti di Osimhen, di assumere un atteggiamento più consono a chi ha avuto la fortuna di ammirare un grande campione per quattro stagioni. Al momento serve soprattutto sostegno incondizionato verso la squadra e tutti i suoi giocatori, per provare a passare un ottavo di Champions League e rincorrere fino alla fine l’Europa che conta. A volte invece si ha come la sensazione che quegli stessi tifosi così attivi in tempi di vacche grasse nel mettersi in fila per un posto a teatro, pardon allo Stadio Maradona, siano gli stessi che in carestia di vittorie, riversano la loro partecipazione alle gesta del Napoli attraverso la critica social, talvolta mutata in linguaggio d’odio verso il bersaglio di turno. Per carità, siamo in un Paese libero, e pur sempre di pallone si tratta. Ma un Osimhen utile alla causa del Napoli, è la prima necessità di una squadra offensivamente innocua in sua assenza, in grado di non segnare in trasferta per 5 partite consecutive. Ragionare per partito preso, quello degli anti-Victor, è masochista. Vabbè, tempo di un gol, magari proprio contro il Genoa negli ultimi minuti, in zona Mazzarri. E poi tutti, ma proprio tutti, e per il Napoli ha segnato Victoooor Osiiiimheeeeen…Il bambino che vendeva acqua per le strade di Lagos, oggi è l’uomo giusto per prendersi sulle spalle il Napoli, anche fosse solo per altri 3 mesi.