Le uscite di Antonio Conte potranno apparire ai più, a quelli che cercano di alimentare la polemica costi quel che costi (anche a fini “commerciali” e di audience), come vittimismo, un modo per mettere le mani avanti in una piazza che ha sempre la legittima aspirazione di competere e, quando possibile, vincere.
Per quel che ci riguarda Conte, invece, è un realista, uno che non accetta ricostruzioni fantasiose e potenzialmente destabilizzanti. Ha troppa esperienza ed ha vinto troppo, sia da calciatore che da allenatore, per non sapere che le fughe in avanti possono generare delusioni ben più ampie rispetto a stagioni magari anonime.
Per questo, per noi, ha ragione quando sostiene che, rispetto al Napoli, Atalanta e Inter hanno almeno due rose ciascuna (tra titolari e panca), a differenza degli azzurri che possono contare su 3/4 elementi di spessore in panchina, ma nulla più.
La partita in coppa italia contro la Lazio lo ha dimostrato: giusto far giocare il Napoli due che aveva assicurato il passaggio nei due turni precedenti, per una questione di equilibri interni. Che non sia una squadra competitiva quella dei panchinari, soprattutto per la difesa mediocre, gli ottavi di coppa lo hanno dimostrato appieno.
Così come gli anticipi di campionato di ieri l’altro hanno mostrato che Atalanta ed Inter sono attrezzate per tutte le competizioni: escono Pasalic, De Ketelaere e Lookman ed entrano Samardzic, Retegui e Brescianini per la bergamasca che proverà ad arrivare in fondo sia in campionato e champions. L’inter, anch’essa, è attrezzata per arrivare in fondo in ogni competizione.
Questo non è piagnisteo, sono “piedi per terra”. Ciò non toglie che il Napoli possa comunque provare a giocarsela fino in fondo in campionato, visto che non ha altre competizioni da affrontare e che la squadra dei titolari è composta da un undici di spessore.
Fa bene Antonio Conte: piedi per terra, pedalare, approfittare di eventuali fatiche di coppa degli altri, per arrivare a maggio ad essere ancora in partita.