È noto che una delle maggiori pecche della Società sportiva calcio Napoli è sempre stata quella dei mancati investimenti, tra l’altro, sul settore giovanile. A ulteriore conferma della politica miope sul vivaio azzurro attuata della proprietà, un report appena pubblicato dal CIES (Centre International d’Etude du Sport), ente indipendente di formazione e ricerca con sede in Neuchâtel, Svizzera, sulle squadre che hanno ricavato di più sul mercato dalla vendita di calciatori cresciuti nei propri settori giovanili negli ultimi dieci anni.
In una classifica di 100 posti, infatti, dove trovano spazio ben nove squadre italiane con l’eccellenza Atalanta che, addirittura, rientra tra le prime dieci, il Napoli, purtroppo, non figura; e non potrebbe essere diversamente. La società del presidente Aurelio De Laurentiis non investendo sul proprio vivaio e non valorizzando, salvo pochi, sporadici, casi, i ragazzi allevati e cresciuti in casa, consequenzialmente da essi non trae alcun beneficio economico in termini di rivendita. E non stupisce, considerando che al momento, gli investimenti del club azzurro sul proprio vivaio non dovrebbero superare l’1,5 milione di euro.
I fratelli Lorenzo e Roberto Insigne
Emblematica, in tal senso, la vicenda dei due fratelli Insigne: Roberto ma, soprattutto, Lorenzo. I ragazzi nativi di Frattamaggiore, infatti, sono il simbolo dell’incapacità del Napoli di valorizzare i propri calciatori allevati in casa, anche quando su di essi un minimo di investimento è stato fatto. 1,5 milioni di euro, infatti, prezzo del riscatto definitivo da parte del Benevento del più giovane dei due nel 2019, è quanto la Società sportiva calcio Napoli ha complessivamente incassato dalla loro cessione. Lorenzo il Magnifico è, invece, andato via, dopo un decennio da assoluto protagonista con la maglia azzurra, da svincolato nella sessione estiva del calciomercato 2022.
Gigi Sepe e Gennaro Tutino
Dieci milioni di euro complessivi, invece, è la cifra incamerata dalla società azzurra per la cessione a titolo definitivo al Parma del portiere e del centrocampista anche loro cresciuti nel vivaio napoletano. Pur, a differenza di Lorenzo Insigne, non avendo mai fatto veramente parte del progetto sportivo all’ombra del Vesuvio, dopo diversi prestiti i due calciatori sono stati definitivamente ceduti alla società emiliana per, rispettivamente, 4,5 milioni d’euro e circa 5 milioni e mezzo. Spiccioli.
Dezi e Maiello
Qui, considerati i prezzi ai quali le altre vendono i prodotti del proprio vivaio nel calciomercato impazzito di oggi, siamo davvero di fronte al costo di un caffè. Raffaele Maiello e Jacopo Dezi, infatti, hanno fruttato dalle loro cessioni una cifra di poco inferiore ai 3 milioni e mezzo di euro: ricavata sommando 1,3 mlioni per Dezi, prezzo della cessione al Parma, ai circa due milioni incamerati tra prestiti e vendita al Frosinone del centrocampista oggi in forza al Bari di proprietà della famiglia De Laurentiis.
Le concorrenti del Napoli fanno tutte meglio
Abbiamo già ricordato che sono nove le società di Serie A che trovano posto nella speciale classifica del CIES; e tra esse ci sono tutte le dirette concorrenti del Napoli nella corsa al titolo di campione d’Italia e per la Champions League.
Il Milan è 74° con 77 milioni incassati; 58° posto per la Juventus che di milioni ne ha incamerati 94; 44°, 42° e 41° posizione in classifica, rispettivamente, per Fiorentina (123 milioni), Roma (131 milioni) ed Inter (134 milioni). Primeggia, tra le italiane, l’Atalanta che dalla cessione dei suoi gioiellini ha ricavato la cifra monstre di 250 milioni di euro in dieci anni: cifra che le vale il 10° posto in classifica tra le europee e, come detto, la palma di miglior club della Serie A per ricavi generati dalla vendita di calciatori del proprio vivaio.