Vincenzo Imperatore, consulente aziendale e saggista – l’ultimo suo libro ‘A scuola da De Laurentiis, l’efficienza di un modello innovativo’ (Ultrà Sport edizioni) fa un’analisi dell’oculata gestione finanziaria della Ssc Napoli a guida ADL– è stato intervistato in esclusiva ai microfoni di Only Naples proprio sulla proposta del patron del Napoli di costruire uno stadio a Bagnoli, traslocando così definitivamente dallo storico Diego Armando Maradona.
Imperatore, che idea si è fatto della proposta di De Laurentiis su Bagnoli? Qual è stata la sua prima reazione quando ha lanciato questa idea?
“Credo che tra le proposte in ballo, quindi Afragola, o l’area vesuviana di cui si è parlato in passato, è al momento l’idea più affascinante. Perché Bagnoli è Napoli, e l’area in questione presenta bellezze naturali non da poco. Inoltre, anche dal punto di vista imprenditoriale, manageriale ed economico-finanziario è una soluzione possibile. Le considerazioni da fare sono due. Innanzitutto, stiamo parlando di un’area sottoposta al controllo di un’agenzia governativa, Invitalia. Tale soggetto dovrà ascoltare anche gli enti locali, il Comune soprattutto, ma è in questo momento anche il proprietario dell’area che ha affidato la bonifica dell’intero territorio di Bagnoli ad una delle migliori società di ingegneria del mondo, la Proger, con a capo Marco Lombardi come amministratore delegato. Questo potrebbe essere un elemento che induce a pensare che un progetto serio possa esserci. La seconda considerazione consiste nel fatto che la bonifica di Bagnoli è ferma al palo da oramai trent’anni: si è riusciti a bonificare solo il 30% con una spesa di circa 810 milioni di euro. Ciò fa riflettere su un male endemico del nostro Paese ovvero la lentezza degli apparati burocratici nella realizzazione dei grandi progetti, un po’ come si sente dire da anni per il ponte sullo stretto di Messina. Nonostante la congiunzione storica favorevole, con i fondi del PNRR, se si realizzasse questo progetto dello stadio, nonostante le ataviche lentezze degli organismi pubblici, la statua di Garibaldi alla Ferrovia andrebbe sostituita con quella di De Laurentiis”.
Come valuta la levata di scudi da parte del Consiglio Comunale e della politica cittadina sulla proposta di ADL?
“Superabile. Non darei tanto peso alle voci di un consigliere comunale per quanto possa essere rispettato. Di fronte alla realizzazione di progetti che salvaguardino il bene comune, che garantiscono benessere collettivo, la levata di scudi di un consigliere comunale sta come il due di coppe quando la briscola è a spade”.
All’interno del bilancio del Napoli ci sono abbastanza risorse per investire autonomamente in un progetto del genere?
“Il Napoli è patrimonialmente e finanziariamente forte da potersi permettere un investimento di 100 o 200 milioni di euro. Conosco bene il bilancio del Napoli ed è un investimento che la società potrebbe sostenere. Ovviamente assistito da capitale di terzi, bancario, per cui il Napoli ha un rating creditizio tale da poter permettersi di chiedere tanti milioni di euro di affidamento. Ritengo a mio avviso che De Laurentiis, in un contesto di analisi costi-benefici, possa aver considerato che con questo tipo di soluzione lui ci rimetterebbe il meno possibile. Stiamo parlando dell’inserimento di un progetto all’interno della riqualificazione di un’area che prevede già lo stanziamento di centinaia di milioni di euro. Mi spiego meglio: la viabilità per arrivare a Bagnoli, si realizzasse o meno lo stadio, deve essere implementata dal progetto pubblico di rigenerazione dell’area, i parcheggi in egual modo. Andando ad Afragola, invece, dovrà essere il privato a prevedere quegli investimenti in infrastrutture”.
E ove mai tutto ciò si realizzasse a Napoli, quindi Bagnoli, o altrove, in che dimensione porterebbe il club? Ci sarebbe un ulteriore salto di qualità secondo lei dal punto di vista dell’appeal internazionale?
“La ricchezza del Napoli in questo momento, benché sia stato valutato per un valore circa di 700-800 milioni di euro, è costituito dal brand e dal parco giocatori. Il Napoli non ha stadi di proprietà, non ha centro sportivo, e solo così vale 700-800 milioni di euro. Se si aggiungesse uno stadio, la valorizzazione patrimoniale del Napoli aumenterebbe. E ciò rappresenterebbe un bel plus soprattutto nell’ottica di una partecipazione al campionato mondiale per club. Oltre a presentarsi agli occhi di nuovi sponsor e investitori in maniera totalmente diversa”.
Sugli Europei 2032, che previsione fa: Napoli riuscirà ad ospitare la kermesse? Se sì con quale stadio: il Maradona come vorrebbe la politica cittadina o un nuovo stadio come avanzato da De Laurentiis?
“La politica non capisce che in questo momento qua anche in previsione degli europei deve sfruttare il Napoli da traino per ottenere l’aggiudicazione della sede. Perché se non riuscissimo ad aggiudicarci gli europei, la sconfitta non sarebbe di De Laurentis ma della città di Napoli e del Sud Italia che perderebbe una sede della manifestazione. Al netto delle esagerazioni comunicative di Adl, molto spesso studiate a tavolino, la politica dovrebbe apprezzarne il pragmatismo per far sì che la città di Napoli ottenga l’assegnazione di una sede per una manifestazione internazionale così importante. Un privilegio per tutto il Sud e non solo della Società Sportiva Calcio Napoli”.