Una debacle quasi annunciata a cura di Spalletti e Gravina
La nostra nazionale si presentava ai nastri di partenza da campione in carica dopo aver acciuffato letteralmente per i capelli il pass per i gironi, facendo risultato contro l’Ucraina all’ultima giornata delle qualificazioni. Di sicuro non si partiva tra i favoriti, dato che c’erano squadre molto più attrezzate della nostra oltre che più forti nelle individualità, ma quello a cui abbiamo assistito affonda le radici in problemi che ci portiamo dietro da anni. Vero è che nessuna nazionale, tranne forse la Germania e i neocampioni della Spagna, ha brillato sul piano del gioco; ma è pur vero che squadre in difficoltà come noi, grazie al colpo del campione, in maniera estemporanea sono riuscite a far risultato (vedasi Bellingham in Inghilterra-Slovenia). Fatto sta che la Svizzera, nettamente inferiore per tasso tecnico, ci elimina ed automaticamente si aprono le critiche con le quali, ogni tifoso della nazionale italiana, spara nel mucchio senza ponderare bene le affermazioni fatte.
Le responsabilità di mister Spalletti
Analizzando razionalmente fatti, va registrato che il nostro CT, Luciano Spalletti, quasi certamente ha peccato nelle convocazioni. Lasciare a casa Politano, Orsolini, Colpani, Verratti e Pessina ha avuto onestamente poco senso. In seguito lo stesso ex mister napoletano ci ha messo il carico da novanta avendo convocato giocatori per una difesa a tre e, poi, schierando la squadra, in tutte le partite (tranne che con la Croazia), con la linea a quattro; ritrovandosi all’Europeo con calciatori come Federico Gatti che, per quanto sopra, non è stato utile alla causa. Abbiamo, inoltre, assistito a tutte le partite con l’undici in campo in condizioni fisiche e mentali davvero pessime. Squadra che è sempre sembrata stanca e scarica anche se, vedendo i dati partita, i numeri parrebbero dire il contrario. Non abbiamo corso poco, ma abbiamo corso male e non siamo mai riusciti ad imporre il nostro gioco ed il nostro ritmo.
Le uniche attenuanti per il tecnico di Certaldo sono forse riconducibili a Roberto Mancini che ha abbandonato notte tempo la nazionale senza preavvisi e il non avere un centravanti di alto livello capace di garantire dei goal sicuri in manifestazioni importanti (anche se va detto che anche il Mancio conviveva con lo stesso problema ed è tornato vincitore dall’Inghilterra). Qui finiscono le responsabilità del mister azzurro e cominciano quelle del presidente della Federazione italiana giuoco calcio Gabriele Gravina.
Le colpe del presidente Figc
Sul tema giocatori primo imputato il presidente della Figc Gabriele Gravina che da massima carica del calcio italiano in sei anni di presidenza è stato capace di sbagliare tutte le scelte possibili ed immaginabili. Ne elenchiamo alcune:
- Diventare senza alcun motivo apparente il braccio destro di Aleksander Ceferin (presidente UEFA), pur ricoprendo già la carica di presidente federale.
- Svendere il campionato di calcio alle tv private per soli 800 Milioni di euro invece che a 1 Miliardo e 200 Milioni.
- Non investire in alcun modo sulle giovanili e sui vivai italiani.
- Alzarsi lo stipendio.
- Convocare le elezioni per la presidenza della Figc con un anno di anticipo senza motivo, sbaragliando la concorrenza.
- Non rifondare il sistema calcio tramite qualche legge ad hoc per permettere a tanti bravi ragazzi italiani di affacciarsi al calcio che conta.
- Impianti sportivi vetusti ai quali si aggancia il problema della carenza di stadi di proprietà dei club: solo sette (Sassuolo, Udinese, Juventus, Atalanta, Frosinone, Cremonese, Albinoleffe), al momento, le società che in Italia sono proprietarie dello stadio. In un panorama calcistico professionistico italiano di un centinaio di squadre di club dalla Serie A alla Serie C, infine, solo in quattro hanno chiuso in attivo i bilanci dello scorso anno. Con il calcio ormai ci si rimettono soldi, a volte anche tanti, e non si capisce come nessuno all’interno della Federazione italiana giuoco calcio agisca per cercare di invertire la rotta. Occorre dare una sterzata immediata a tutto il sistema che, ricordiamolo, comprende anche i procuratori dei calciatori che, al giorno d’oggi, si prendono anche il lusso di “ricattare” i club, spillando soldi agli stessi, soltanto per convincere i propri assistiti a firmare un contratto per giocare a pallone.