La vergognosa prestazione delle scorse ore contro l’Empoli, ennesima quest’anno dinanzi ad un Maradona sempre esemplare e presente, rappresenterà senza ombra di dubbio il capolinea dell’esperienza napoletana di mister Garcia, troppo lontano dai target di eccellenza a cui ci aveva abituati Luciano Spalletti. Un Napoli irriconoscibile, ormai destinato a continui e pericolosi alti e bassi, nelle prestazioni e nei risultati. Le premesse per il disastro sportivo che si è consumato poi in campo c’erano tutte: partenza con un 4-2-3-1 ancora sperimentale, con addirittura fuori, senza una motivazione sostenibile nei fatti, dall’undici titolare Kvicha Kvaratskhelia, pioggia battente e campo pesante, squadra apparsa da subito confusa e con il freno a mano tirato. Se sul meteo Garcia non può avere oggettivamente colpe, sull’aspetto tattico e mentale è sicuramente il primo grande responsabile.
L’uomo sbagliato
L’Empoli passa al Maradona al 90′, quasi il destino volesse obbligare il Presidente De Laurentiis ad una virata non più rinviabile. C’è la pausa nazionali, un po’ come ad ottobre scorso, quando Garcia vacillò pericolosamente per la prima volta. Ora, però, è diverso, non vi sono più attenuanti: con questa guida tecnica si rischia il tracollo. Garcia paga la presunzione con cui ha approcciato alla piazza, l’arroganza tattica che lo ha portato a voler a tutti i costi stravolgere quanto ancora di buono restava di Spalletti, il non aver fatto squadra con i leader dello spogliatoio. In pieno stile française insomma. Non si discute la persona ovviamente, a cui auguriamo il meglio per il futuro. Ma una squadra scudettata l’anno dopo può non ripetersi (come successo ai tempi di Diego), non certo prestarsi ad una stagione di continue brutte figure.
Il croato
Ed allora è giusto che le strade si dividano, per il bene di tutti. Per il dopo Garcia sono due le ipotesi percorribili e plausibili, dando per assodato che Conte, in corsa e in una situazione di caos totale, difficilmente accetterà un eventuale ulteriore assalto del Presidente del Napoli. Mi appare come aria fritta, in questo momento, la sua ipotesi. La prima ipotesi percorribile, forse la più battuta, porta ad Igor Tudor. Non un traghettatore, ma un profilo giovane con il quale appare possibile avviare un progetto graduale di crescita e rilancio, che possa portare la squadra ad andare più avanti possibile in Champions ed a collocarsi quanto meno tra le prime quattro in campionato.
Il toscano
La seconda porterebbe a Walter Mazzarri, un uomo che conosce la piazza, conosce il Presidente e che si è detto disponibile a mettersi nuovamente in gioco a Napoli, ambiente dove senza ombra di dubbio ha lasciato un ottimo ricordo, in stagioni (quattro) ricche di pathos e con una Coppa Italia in bacheca. Mazzarri, che ha dichiarato di aver studiato a fondo i movimenti tattici di Spallettiana memoria, rispetto a Tudor rappresenterebbe forse una soluzione di tramite, un traghettatore con il compito di salvare capra e cavoli. Ma si sa, in Italia ciò che è momentaneo spesso diventa definitivo. Il resto delle ipotesi personalmente le scongiurerei, in questo già difficile momento.