Un’inchiesta sugli impianti che hanno beneficiato dei fondi per le Universiadi nel 2019, e che oggi versano in condizioni di degrado. La replica punto per punto dell’assessore allo sport del Comune di Napoli, Emanuela Ferrante
La designazione di “Napoli Capitale Europea dello Sport 2026”, ufficializzata nella mattinata di venerdì 17 novembre dal presidente di ACES Europe, Gian Francesco Lupattelli, ha, com’era ovvio e prevedibile, scatenato grande entusiasmo e prodotta profonda soddisfazione nell’Amministrazione comunale di Napoli: in primis nel sindaco Gaetano Manfredi e nell’assessore allo Sport Emanuela Ferrante. La stessa medesima euforia che, ai tempi, provocò l’assegnazione alla Campania delle “Universiadi 2019” – altro primo cittadino ed altro assessore competente in carica, giusto per chiarire e non ingenerare equivoci di sorta -. Oggi, perciò, nella settimana post-designazione del capoluogo partenopeo a capitale europea dello sport, ci siamo chiesti che fine abbiano fatto alcuni degli impianti comunali all’epoca ristrutturati e rilanciati grazie ai copiosi finanziamenti ricevuti per le Universiadi, specificamente quelli ubicati nell’area orientale della città, e abbiamo scoperto che…
Piscina “Fritz Dennerlain”
Ci troviamo in via Repubbliche Marinare: quartiere Barra, Napoli Est -. Qui sorge una piscina intitolata al nuotatore-pallanuotista Fritz Dennerlein – nato in Portici nel 1936 e scomparso in Napoli nel 1992 – che, ai tempi dei lavori per la manifestazione olimpionica degli sportivi universitari, ha attirato su di sé investimenti per 1,5 milioni di euro che, a vederla oggi, sono stati letteralmente buttati nel water. Vandali e delinquenti hanno distrutto di tutto di più: dai servizi igienici agli spogliatoi, dagli infissi alle suppellettili e via discorrendo. La colpa dello stato pietoso in cui versa la struttura è dovuta a una agibilità della stessa mai ottenuta o richiesta dall’allora Amministrazione De Magistris – su questo le ricostruzioni divergono – e dalla mancata vigilanza da parte del Comune favorita dal Covid ed accentuata dall’avvicendamento a palazzo San Giacomo tra l’ex pubblico ministero in Calabria e il già rettore della Federico II di Napoli.
In merito, però, l’attuale assessore allo Sport del Comune di Napoli Emanuela Ferrante, attraverso i propri uffici, fa sapere che «si è già chiuso l’accordo con la Federazione italiana nuoto per la gestione della Fritz Dennerlein e che questo sarà attivo nel momento in cui saranno completati i lavori in corso sul palazzetto».
Palestra “Paladennerlein”
Facente parte dello stesso complesso sportivo di via delle Repubbliche Marinare del quale è parte anche la succitata piscina, a differenza della struttura natatoria non ha avuto il privilegio neppure di godere, al tempo, dei denari della Universiadi. Della cifra originaria destinata a rifare il look all’intero immobile e pari a circa 3,5 milioni di euro, infatti, come scritto è stata beneficiaria la sola piscina e poco altro per il citato milione e mezzo di finanziamento. Purtroppo, ha però condiviso lo stesso destino di distruzione e saccheggio ma, al momento, la buona notizia è che una parte del primigenio finanziamento, pari a 1,5 milioni di euro, è stato recuperato e reinvestito proprio per il recupero della palestra con l’area già cantierata.
«I lavori di recupero – ci conferma l’ingegner Flavio De Martino, dirigente dell’Ars già Arus -, infatti, sono in corso e l’ultimazione è prevista nel giugno 2024. I fondi sono quelli derivanti dalle economie delle Universiadi». Completati i lavori in corso, poi, apprendiamo dall’assessorato allo Sport che il «Paladennerlein – con esclusione della piscina – sarà oggetto a procedura di evidenza pubblica per l’affido in concessione».
Stadio comunale “Giorgio Ascarelli”
Dal quartiere Barra a quello di Ponticelli. Da via delle Repubbliche Marinare a via Argine. Stiamo sempre parlando di Napoli Est e di beni ristrutturati per le Universiadi e, poi, lasciati a sé stessi e non pienamente o solo parzialmente fruibili per i cittadini dei quartieri in cui sorgono. Il caso specifico dello stadio che porta il nome del primo storico presidente del Calcio Napoli e che, anni addietro, conobbe le gesta sportive della locale e seguitissima squadra di calcio del “Campania Ponticelli”, è in parte diverso da quelli degli impianti sportivi della vicina Barra. I campi di calcio dell’impianto a cui furono destinati oltre 700mila euro di fondi per le Universiadi 2019, infatti, sono pienamente agibili ed utilizzati per gli allenamenti e le partite di ben 5 società dilettantistiche, ma all’impianto manca il vaglio di un’apposita commissione di vigilanza che, di fatto, ne impedisce l’apertura totale con la fruizione delle tribune da parte del pubblico. In un sopralluogo compiuto nel lontano 12 gennaio 2022, la già citata assessore Ferrante aveva dichiarato che «la questione della piena fruibilità dell’impianto di Ponticelli sarà risolta in poco tempo con il lavoro della commissione comunale di vigilanza che dovrà svolgere un sopralluogo ed effettuare verifiche su quanto realizzato con i lavori degli anni scorsi». Oggi, da noi interpellata, Emanuela Ferrante ci comunica che, «all’atto dell’ultimo sopralluogo effettuato, la commissione ha dato delle prescrizioni (interventi da fare sul campo) che il Comune ha effettuato e terminato». Pertanto, a ora, bisogna attendere il responso del nuovo sopralluogo della commissione di vigilanza che «già è stata convocata».
Piscina comunale Prota Giurleo.
Restiamo nel quartiere Ponticelli e spostiamo l’attenzione sulla piscina comunale in via Ulisse Prota Giurleo. Costruita con i fondi della ricostruzione post-terremoto del 1980, fa parte di un complesso sportivo che sorge a ridosso del centro storico di Ponticelli e consta anche di campi di calcio all’aperto; non è stata interessata dai lavori di riqualificazione delle Universiadi. Chiusa dal 2020, anch’essa versa in stato di totale abbandono e degrado dopo i precedenti fasti della gestione della piscina da parte del Circolo Canottieri Napoli. Tramontata l’ipotesi, ventilata precedentemente, di una ristrutturazione e un affido, relativamente alla sola piscina comunale, da parte di una multinazionale dell’energia, sempre dall’assessorato allo Sport confermano che «per essa sono già partiti i sopralluoghi propedeutici alla cantierizzazione e che sarà ristrutturata entro il 2026 con progetto finanziato con fondi Pnrr». Il progetto, oltre alla ristrutturazione e rilancio della piscina, prevede, al suo fianco, «la costruzione di una cittadella dello sport con campi polivalenti all’aperto».
L’errore da non ripetere
Questo lo stato dell’arte e i progetti di rilancio di impianti e strutture che solo 4 anni fa splendevano agli occhi del mondo in una manifestazione olimpica e che, 50 mesi dopo, giacciono abbandonati a sé stessi e alle attenzioni, sgradite, di predatori e vandali di ogni sorta: rimbombanti solo di silenzio assordante e di echi di promesse, lontane o vicine sarà il tempo a dirlo, di rinascita fatte da una politica che, a Napoli come nel Paese, non sempre ha saputo tener fede ai suoi impegni.