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Napoli, sport e impianti: le case delle squadre azzurre sono solo in “affitto”

Stadio Diego Armando Maradona ma non solo. Coniugare impresa e sport nella città capitale del fu Regno delle due Sicilie è impresa ardua come lo scalare l’Everest o il K2 a mani nude; e il motivo principale, pressoché sempre, è da individuarsi nell’assenza di impianti di proprietà delle società sportive che operano sul territorio.

Dal calcio alla pallacanestro, passando per il futsal e la pallavolo, infatti, è un florilegio di strutture in concessione e/o convenzione che non consentono, o lo permettono solo in minima parte, ai proprietari-imprenditori delle squadre napoletane che fanno sport ai massimi livelli di disporre di una propria “casa” che consenta loro di investire con la certezza di un ritorno economico che si riverberi, positivamente, sui margini di crescita non solo sportivi delle proprie società che, oggi come oggi, somigliano sempre di più ad aziende. Vediamo allora, nel dettaglio, qual è la situazione, squadra per squadra, sport per sport, della gestione degli impianti sportivi cittadini che sono palcoscenico di grandi eventi quali, nell’ordine, i massimi campionati e le principali competizioni nazionali ed europee di calcio, basket, volley e futsal.

Società sportiva calcio Napoli. Stadio Diego Armando Maradona

Non potevamo non partire, per bacino d’utenza, interessi economico-imprenditoriali, copertura ed esposizione mass-mediatica che dal giuoco del pallone e dalla squadra che unisce in un solo, unico, grande amore l’intera città: il Napoli. È storia risaputa che, fin dall’assunzione alla massima carica di proprietario della società azzurra, ormai 20 anni fa, il presidente Aurelio De Laurentiis abbia avuto il pallino di costruire uno stadio di proprietà che vada oltre gli impegni calcistico-sportivi della squadra e possa, invece, vivere e rendere 7 giorni su 7 per 365 giorni all’anno. Obiettivo fin qui mancato. Allo stato attuale, in virtù di una convenzione siglata nell’anno 2019 con l’allora amministrazione De Magistris e rinnovata,  a mezzo invio pec dalla Società sportiva calcio Napoli lo scorso mese di dicembre, per i successivi 5 anni sotto la Giunta Manfredi, il Napoli è fino a tutto il 2028 affittuario dell’ex San Paolo in zona Fuorigrotta per una cifra irrisoria di poco più di un milione di euro annui. Il presidente, però, punta alla grande partita dell’assegnazione degli Europei 2032 all’Italia e, in quel quadro, all’individuazione del Maradona come uno degli stadi italiani prescelti, per spuntare una nuova e più vantaggiosa convenzione a 99 anni o 50 anni con il Comune di Napoli oppure, minaccia, stavolta lo stadio di proprietà se lo costruirà davvero in splendida solitudine o quasi. Chi vivrà vedrà.

Ge.Vi. Napoli Basket. Pala Barbuto

Dal calcio alla pallacanestro la musica non cambia. È di questi giorni la notizia che l’accordo di convenzione tra il Comune di Napoli e la società del presidente Federico Grassi, fresca di vittoria della Coppa Italia, siglato nel 2023 per la gestione da parte della Generazione Vincente Napoli del “Fruit Village- Pala Barbuto” in viale Giochi del Mediterraneo, si è rinnovata per un altro anno e sarà valida anche per la stagione agonistica 2024-25. Sempre di co-gestione pubblico-privato trattasi, ma anche qui, come nel caso del Napoli calcio, il sogno nel cassetto, confessabile e confessato, è quello di un palazzetto dello sport di proprietà che possa soddisfare, per capienza e servizi, le esigenze di una piazza come Napoli che anche nella pallacanestro vanta passione, storia, tradizione che non possono essere rinchiuse nell’inadeguatezza dei 5000 posti o poco più dell’attuale campo da gioco nell’area ovest della città. L’Amministrazione comunale, dal canto suo, ha più volte, soprattutto nella persona dell’assessore allo Sport, Emanuela Ferrante, dichiarata la propria assoluta disponibilità a favorire una soluzione che sfoci, magari, nella romantica ma non si sa più quanto fattibile ricostruzione del fu “Pala Mario Argento”: storica casa della pallacanestro napoletana tra gli anni 60-80; oppure, più prosaicamente ma realisticamente nella costruzione, ex novo, di un palazzetto dello sport in area Bagnoli. Come sopra, ripassare al prossimo giro.

QuantWare Team Volley Napoli. Pala Siani

Trattasi, forse, se paragonata ai colossi del calcio e, in misura minore, della pallacanestro cittadini, della cenerentola; ma anche dal punto di vista dell’impiantistica sportiva, la società messa su nel 2016 da un’intuizione dell’ex pallavolista e attuale direttore generale Francesco Matano è una solida realtà fatta di competenza, professionalità e tanta passione. Da 5 anni a questa parte, la Volley Napoli, militante nella Serie A3 della Lega nazionale di pallavolo, ha trovato casa presso il “Pala Siani”: palestra dell’omonimo istituito scolastico in località Colli Aminei. 115 mila gli euro fin qui investiti nell’impianto dalla società pallavolistica napoletana che ivi disputa le proprie gare casalinghe grazie a una convenzione messa in piedi con la Città Metropolitana di Napoli. Il sostegno dell’Amministrazione Manfredi, anche in questo caso, è massimo; ma l’obiettivo della proprietà della QuantWare resta quello di un palazzetto dello sport di proprietà, magari nell’area ovest della città tra Bagnoli ed Agnano, che, come nelle intenzioni del futuristico stadio della Società sportiva calcio Napoli, possa vivere sempre e non solo degli eventi stricto sensu sportivi legati alla pallavolo.

Napoli Futsal. Pala Jacazzi

Delle quattro narrate è forse la storia più paradossale e dolorosa insieme. Ci riferiamo alla vicenda della squadra di calcio a 5 della città di Napoli che, per avere una casa dove allenarsi e disputare le gare casalinghe, ha dovuto emigrare e chiedere ospitalità alla vicina città di Aversa in provincia di Caserta. Bella realtà sportiva fondata nel 2012 dal presidente Serafino Perugino, dopo aver peregrinato tra il “Pala Argine” e il “Centro sportivo Cercola”, entrambe le strutture ubicate nell’area a est di Napoli, dalla stagione in corso la Futsal Napoli ha trovata, con reciproca soddisfazione, ospitalità presso il “Pala Jacazzi” di Aversa. Negata da sempre, nonostante le esplicite richieste, la possibilità di condividere il Pala Barbuto con il Napoli Basket, pur avendo espressamente dichiarato di adeguarsi alle primarie esigenze della pallacanestro cittadina, la società del presidente Serafino confida che la designazione di “Napoli capitale europea dello sport 2026”, come tra l’altro accennato in sede di conferenza stampa dal presidente della Commissione Sport del Comune di Napoli, Gennaro Esposito, possa favorire quegli investimenti che consentano al calcio a 5 napoletano di avere una propria, nuova casa sportiva nella città che rappresenta e nel nome e per i colori della quale gareggia e, come dimostrato quest’anno, vince.