«La ricerca pubblicata ieri dallo Svimez sugli impianti sportivi in Italia ci mostra alcuni dati allarmanti. Il 52 per cento delle strutture è concentrato al Nord, solo il 26 nel Mezzogiorno, ma credo che Napoli, in qualità di capitale europea dello Sport per il 2026, saprà offrire al paese un modello positivo, completamente diverso e che sappia invertire la scala delle priorità, basato sullo sport di prossimità». Così in una nota Gennaro Acampora, capogruppo per il Partito Democratico al Consiglio Comunale di Napoli.
«Bisogna infatti dare più spazio possibile allo sport di quartiere, moltiplicare le aree attrezzate alla pratica di più discipline, adottando alcune azioni a breve e medio termine – aggiunge Acampora – in questo senso l’amministrazione di Napoli si sta già muovendo stanziando un milione di euro per la manutenzione di diversi piccoli impianti, dai campi di calcio di San Pietro a Patierno e l’Ascarelli di Ponticelli alla piscina in Via Rocco di Torrepadula a Piscinola».
Ma per Acampora «sarebbe importante anche adottare alcune azioni di breve e medio termine come mappare tutti i campetti e le aree sportive abbandonate per valutarne una loro riqualificazione; individuare scuole le cui palestre sono chiuse di pomeriggio o non utilizzabili per piccoli interventi di manutenzione, per fare in modo che possano ospitare attività pomeridiane grazie al supporto di associazioni di quartiere e gruppi sportivi del territorio; individuare nuovi spazi in cui poter immaginare aree attrezzate ex novo o piccoli impianti».
Per Acampora infine serve anche «rivedere livello nazionale per l’utilizzo delle palestre: la legge in vigore è datata e non tiene conto dell’importanza che oggi rivestono. Investire nell’impiantistica sportiva pubblica è cruciale, non solo per contenere le piaghe di obesità e sedentarietà, ma soprattutto per dare fiducia, speranza e possibilità a tanti bambini e ragazzi a forte rischio di esclusione sociale».