Home Cultura “Sarò con te”, bello ma non troppo

“Sarò con te”, bello ma non troppo

Impossibile non emozionarsi guardando “Sarò con te” ben diretto da Andrea Bosello. Resta però il tentativo abortito di una produzione made in Naples da “All or nothing” di Amazon Prime Video da condensare in un film anziché in una serie. Guardando il racconto cinematografico dello scudetto si ha infatti la sensazione che i retroscena, i dietro le quinte, l’epico irraccontabile sia stato molto di più di quello che è stato selezionato in fase di montaggio. Ulteriori momenti di calcio (vero) risparmiati al pubblico a cui sono stati preferiti i contrappunti artistoidi, pieni della solita melensa retorica dei tifosi vip, dei vari Toni Servillo, Marco D’Amore, Silvio Orlando (meglio il cardinal Voiello), Maurizio De Giovanni, Luisa Ranieri o del corpo estraneo al tifo azzurro Fabio Cannavaro o della semplice cronaca che nulla aggiunge e nulla toglie di Federica Zille. Si salvano solo la spontaneità di Geolier e il giornalismo (altissimo) di Repice e Condò. Poi c’è il protagonista principale: Luciano Spalletti da Certaldo. Sublime. La conduzione di una squadra di calcio al trionfo in presa diretta. La parabola del tecnico all’interno del film raggiunge lo zenit (non quello russo con cui ha vinto) nei minuti successivi alla vittoria dello scudetto ad Udine, quando ad un certo punto si isola dalla festa negli spogliatoi e medita chissà su cosa. Di Lorenzo gli chiede scherzosamente se sta già preparando la partita con la Fiorentina. Tommaso Starace, magazziniere, tricampione d’Italia, gli ricorda che ha appena vinto uno scudetto. Fanno male i 20 minuti dedicati al trittico di partite con il Milan. Forse eccessivi. Ma sottolineano quanto la società ci tenesse ad andare in finale di Champions. De Laurentiis è poi solito innamorarsi di chi lo sconfigge sul campo: chissà che non sia proprio Pioli il prossimo allenatore.