Home Naples Sprofondo Napoli: ADL, Mazzarri e lo spettro della Mazzonata

Sprofondo Napoli: ADL, Mazzarri e lo spettro della Mazzonata

Giornata storica

Il 7 gennaio 2024 segna uno spartiacque per il Napoli post-scudetto. È a modo suo una data storica: si è celebrato il funerale della squadra che vinse uno scudetto dominando, appena un anno calcistico fa. Quella rosa si è consegnata alla storia il giorno dopo l’addio di Spalletti. Occorreva però il rito funebre per asserire che no, nessun miracolo di resurrezione sarà mai possibile. Ore 16.05, dopo un primo tempo moscio, tranne che per un tiro di Raspadori su Milinkovic-Savic e la rete del vantaggio granata di Sanabria, dopo che il Napoli aveva già mostrato di essere in balia del Torino e del suo gegenpressing, Mazzarri cambia modulo e passa ad un 3-5-2 che non si vedeva da 11 anni.

Mazzocchi kamikaze

Il cambio Mazzocchi per Zielinski sembra sancire quella rivoluzione tattica in grado di ribaltare una partita storta. Ci pensa Mazzocchi con un intervento killer su Lazaro a spegnere ogni illusione. Rosso diretto per il calciatore nativo di Barra, profondo rosso per quel che resta del Napoli a cui nel secondo tempo vengono rifilati altri due palloni dai granata. Un film horror che dura ormai da troppo tempo. Il Napoli non vince e non segna da quattro partite: tre sconfitte (di cui un 4-0 in Coppa Italia contro il Frosinone) ed un pareggio senza reti contro il Monza. Oggi capitola contro il Torino di Juric, squadra contro cui la scorsa stagione tra andata e ritorno aveva timbrato ben 7 reti. La luce in fondo al tunnel potrebbe venire dal mercato ma, ne siamo certi, non basterebbe. Anche l’inserimento di altre due pedine di qualità difficilmente potrà cambiare le sorti di una stagione già definibile come fallimentare.

Mazzarri imitatore senza successo

Mazzarri ha insistito in tutti i modi a ricopiare il gioco di Spalletti senza mai riuscirci. Il passaggio alla difesa a 3 a partire dalla ripresa del match di oggi è il segnale che questa squadra ha bisogno di una scossa di tipo tattico. Il tecnico toscano lo ha intuito troppo tardi, assuefacendosi a un’idea di calcio con gli uomini contati, in un campionato dove gli avversari imparano a conoscerti e prendere le relative contromisure. Ciò ha condotto ad un approccio suicida che mina pedissequamente ogni piano gara, alzando il livello delle difficoltà anche contro avversari sulla carta abbordabili. Inutile piangere sul latte versato dell’esonero di Garcia che insisteva a schierare gli undici titolari con un modulo nelle corde delle sue conoscenze, seppur snaturato nei principi spallettiani: il francese è stato cacciato dall’atteggiamento dei calciatori stessi in quella partita casalinga contro l’Empoli persa per 0-1 sul finale. Inutile altrettanto ribadire le colpe della società candidamente ammesse dallo stesso presidente De Laurentiis dopo la gara con il Monza. Si punti invece ad una salvezza tranquilla o ad un’eventuale qualificazione in Conference League ovvero il sesto posto.

Ritiro per ritrovare serenità

Senza nessun tipo di pretese verso ragazzi molti dei quali a fine ciclo in maglia azzurra. Bisogna urgentemente alleggerire la testa di un gruppo squadra ormai senza stimoli, non all’altezza della toppa tricolore conquistata la scorsa stagione. Non è troppo tardi per andare in ritiro. In ogni conferenza stampa l’allenatore si lamenta del poco tempo a disposizione per allenarsi. Avere quel che resta della rosa per una settimana intera, per 24 ore al giorno, potrebbe essere la chiave per ritrovare delle nuove convinzioni nel gioco e prima ancora negli atteggiamenti. La chiave per rottamare definitivamente il sogno perduto, prodotto e regalato da Spalletti, ritrovando non il Napoli dionisiaco del 2022-23 ma una serenità smarrita, perché è quella l’unica cosa che serve al momento. Anche per praticare un 3-5-2 già dal primo minuto della prossima partita, senza nessun tipo di alibi sui tiri o sul possesso palla effettuato.

La Mazzonata

Se in questo tentativo disperato di salvare il salvabile Mazzarri dovesse percepire la società come assente e attendista sul mercato, allora non ci resta che augurarci che possa seguire le orme di Carletto Mazzone che nell’infausta stagione 1997-98 si dimise, da hombre vertical qual era, dopo 4 sconfitte. E sappiamo già quale dovrà essere il primo acquisto in vista della prossima stagione. Non ce ne voglia il povero Mauro Meluso, arrivato in gran ritardo a giochi fatti ad agosto 2023, ma il primo tassello da inserire in società il prossimo anno dovrà essere un direttore sportivo: se lo scouting del pur preparato Micheli diventa direzione tecnica, come nel caso di Cajuste o in misura minore dello stesso Natan quest’estate, si combinano guai grossi come abbiamo visto. Un Direttore sportivo degno di questo nome quest’estate sarebbe servito a prendere alla stessa cifra, o addirittura inferiore, un Ricci dal Torino e non una riserva del Reims.