Home Naples Tutti gli svedesi di Napoli: da Jeppson a Cajuste

Tutti gli svedesi di Napoli: da Jeppson a Cajuste

Sono solo cinque i calciatori svedesi che hanno scelto di indossare la maglietta del Napoli. In ordine di cronologico: Hasse Jeppson, Kurt Hamrin, Jonas Thern, Karl Corneliusson e infine Jens-Lys Cajuste. Ai tifosi con più primavere alle spalle, l’elenco, quasi scolastico, di questi nomi suscita un ventaglio di emozioni molto ampio che va dall’entusiasmo all’indifferenza, dalla malinconia alla speranza.

Hasse Jeppson: il primo ‘Piede d’oro’ del Napoli

112 presenze condite da 52 gol. Per gli amanti dei calcoli si tratta di una rete segnata ogni due partite giocate con la maglia azzurra. Proprio per questo che Hasse Jeppson fu soprannominato in patria “Hasse Guldfot” (“Hasse Piede d’oro”). Ed era lui il capitano dei crociati gialloblu nel Mondiale del 1950 in Uruguay, una spedizione fortunata dato che la Nazionale scandinava arrivò terza. Nel 1952 passò dall’Atalanta al Napoli per la cifra monstre di 105 milioni di lire. Jeppson si unì a un Napoli già ricco di talento, amministrato dall’ambiziosissimo presidente Achille Lauro, il quale voleva trasformare la squadra nel fiore all’occhiello per la sua campagna elettorale come primo cittadino partenopeo. In quattro stagioni l’attaccante nordico fece divertire il pubblico che lo soprannominò “Banco ‘e Napule” poiché il suo ingaggio è stato talmente alto da paragonarlo scherzosamente alla somma che deteneva l’allora ufficio crediti locale. Ma anche espressioni come “Mannaggia Jeppson!” oppure “Uanema ‘e Jeppson!” entrarono nel lessico popolare per descrivere, in toni goliardici, due stati d’animo agli antipodi. Chiuse la carriera al Torino dopo l’esperienza napoletana. Con Jeppson il miglior piazzamento fu solo un quarto posto, raggiunto nel suo primo campionato, giusto in tempo per permettere a Lauro di essere eletto sindaco per la prima volta.

Kurt Hamrin: il goleador con la passione per la ceramica

Gol e ceramica, le due passioni di Kurt Hamrin, un’ala destra tutto spettacolo ed eleganza melliflua. Era noto con l’appellativo di Uccellino. Ha scritto la storia calcistica del suo Paese siglando 16 sigilli in 32 match. Nella spedizione del Mondiale ‘58, disputato tra le mura di casa, trascinò gli scandinavi a suon di gol sino in finale nella quale si dovette arrendere con i suoi compagni alle scorribande del fenomeno Pelé. La macchina da gol Hamrin si affermò non solo tra i gelidi campi del Nord, precisamente nell’AIK dove esordì, ma anche negli stadi più caldi e miti d’Italia. Portato nel Bel Paese dalla Juventus, divenne leggenda nella Fiorentina con la quale vinse Coppa Italia, Coppa delle Alpi, Coppa Mitropa. Due i secondi posti con i gigliati e 151 gol, tra cui una cinquina record contro l’Atalanta in un complessivo 1-7. Sbarca a Napoli già sulle soglie del ritiro, in seguito ad una parentesi importante al Milan, all’età di circa 35 anni. Solo 3 volte fa esultare i tifosi azzurri apparendo in 22 partite. Prestazioni opache che non ridussero però la sua popolarità dato che con le sue 190 reti resta ancora il nono marcatore di tutti i tempi nella storia del nostro campionato.   

Leggi anche:  Acquachiara Napoli: mille lezioni di nuoto gratis per tutti

Jonas Thern: il centrocampista ‘tuttofare’ del dopo Maradona

A Napoli due stagioni (‘92-’93 e ‘93-’94) difficili dopo il travagliato addio di Diego Armando Maradona e le casse della società che iniziavano a prosciugarsi sempre di più. Tuttavia Jonas Thern con la maglia azzurra lascerà di sé un buon ricordo. 55 presenze, un gol al Tardini di Parma e tante giocate di buon livello sono il bottino che si porta con sé. Proseguirà con la Roma per due stagioni e chiuderà la vita calcistica al Rangers, in Scozia. In carriera, a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, prima di sbarcare in Italia, vince un campionato portoghese con il Benfica, guidato dal connazionale Sven Goran Eriksson, e in finale di Coppa Campioni, sempre coi lusitani, persa 1-0 contro il Milan. Anche Thern ha fatto parte di una “golden age” svedese, rappresentandola da capitano nelle imprese dell’Europeo ‘92 e il Mondiale ‘94, arrivando doppiamente in semifinale.

Kalle Corneliusson: tra macerie e rinascita del Napoli post-fallimento

Allo Sport Bladet, magazine svedese, rilasciò una lunga intervista in cui mise a nudo tutta la sua tragicomica esperienza alle falde del Vesuvio nel periodo in cui la fenice Napoli si stava riprendendo dalle ceneri del fallimento con l’arrivo di De Laurentiis che aveva cambiato le carte in tavola e risanato i debiti. Nel curioso “confessionale” si legge che inizialmente il giocatore aveva molte remore nel venire a Napoli. Nondimeno si raccontano le difficoltà di adattamento e con la lingua, l’inadeguatezza della città e degli impianti sportivi e della sua preferenza nei confronti di Edy Reja, allenatore che sostituì Giampiero Ventura, con il quale non ci fu un rapporto idilliaco. Nell’Amarcord napoletano Corneliusson ricorda però anche il calore della gente e dei tifosi che riempiva lo stadio “come un pellegrinaggio” nonostante la struttura del San Paolo non si presentasse all’altezza. Tra macerie e rinascita, tra disagi e sole 11 presenze con la maglia azzurra, il difensore svedese tutt’oggi esprime apprezzamenti circa la sua parentesi napoletana.

Jens-Lys Cajuste: dalla Francia con furore

Acquisto di mercato lavorato in sordina e ufficializzato nel giro di nemmeno 48 ore, Jens-Lys Cajuste, centrocampista di impeto e azione, ha subito accettato la proposta del Napoli. “Oggi compio 24 anni e questo è il più bel regalo che possa ricevere nel giorno del mio compleanno”. Queste le parole al miele del nuovo innesto azzurro proveniente dal Reims per una cifra intorno ai 12 milioni di euro che ha scelto proprio la maglia numero 24 (che fu di Insigne). Chi lo conosce parla di un altro trasferimento azzeccatissimo del duo Micheli-Mantovani. Sostituirà Frank Zambo Anguissa, impegnato il prossimo inverno nella Coppa d’Africa con il Camerun. Il tempo per poter osservare le sue qualità e se sarà all’altezza di rimpiazzare il colosso africano c’è tutto e i tifosi non vedono l’ora di vederlo all’opera per godere delle sue potenzialità.