Nella calda giornata di mercoledì 13 luglio, il presidente Aurelio De Laurentiis ha annunciato il nuovo direttore sportivo del Napoli. Si tratta di Mauro Meluso, ex direttore dell’area tecnica dello Spezia. Il nuovo direttore sportivo ha l’arduo compito di non far rimpiangere l’ottimo operato di Cristiano Giuntoli che, dopo ben otto stagioni all’ombra del Vesuvio, ha deciso di sposare il nuovo progetto tecnico della Juventus. All’annuncio di Meluso la maggior parte dei supporters partenopei sono stati colti di sorpresa, in quanto l’ex spezzino appare sconosciuto ai più nonostante militi nel mondo del professionismo da ben 24 anni. Meluso è stato un discreto giocatore con un passato negli anni ’80 nella Lazio e nel primo Foggia del boemo Zeman. Nella sua carriera ha collezionato ben 233 presenze tra i professionisti prima di dire addio al calcio giocato nel 1995 quando militava tra le file della Fermana.
Gli esordi da dirigente
La sua carriera come direttore sportivo inizia al Foggia nel 1999 quando l’allora presidente Franco Sensi – sì, quello della Roma – decise di affidargli il progetto tecnico seppur il club si trovava in una situazione economica disastrosa. La prima stagione finirà malissimo dato che il suo Foggia perderà lo spareggio play-out di Serie C1 con l’Ancona. La sua carriera poi prosegue nelle serie minori e si trova a dirigere la Ternana e poi il Padova prima di approdare al Frosinone. La svolta della carriera arriva nel 2014 a Cosenza dove scoprirà diversi giocatori che parteciperanno attivamente alla rinascita della squadra calabrese come Fiordilino e La Mantia. In quei due anni Meluso diventa uno dei dirigenti più chiacchierati della terza divisione italiana e finisce nel mirino dell’ambizioso presidente Sticchi Damiani che lo convince a sposare il progetto Lecce. Meluso ha il merito di aver dato fiducia a Fabio Liverani, assunto dopo l’esonero dell’ex allenatore Rizzo. Grazie alle sue intuizioni di mercato come Tabanelli, riesce a portare la squadra pugliese in Serie B dopo un campionato vinto al cardiopalma rivaleggiando con il Catania. Il secondo anno Meluso compone una squadra di giocatori che conoscono bene la serie cadetta e, inaspettatamente, riesce a portare il Lecce in Serie A.
Galeotto fu lo Spezia
La stagione nella massima serie italiana non si conclude bene per la squadra pugliese che viene retrocessa già al primo anno dopo il testa a testa con il Genoa. In quella stagione Meluso individua talenti come Falco e Mancosu che faranno sognare, seppur per poco, i tifosi. Dopo la retrocessione Meluso viene ingaggiato dallo Spezia dove sarà artefice di due ottime salvezze raggiunte con anticipo. All’interno del club ligure il direttore affronterà alcune problematiche come quella del blocco temporaneo del mercato da parte della Fifa. Il più importante organismo calcistico decise nel 2021 di bloccare il mercato dello Spezia per via di alcune infrazioni relative ai trasferimenti internazionali e al tesseramento di minori. Dopo quasi un anno, il CAS di Losanna ha annullato la sentenza consentendo ai liguri di fare mercato. In quegli anni Meluso è riuscito a chiudere ottime trattative come quella di Kovalenko dall’Atalanta, unita anche alle permanenze di Simone Bastoni e Nzola, tra i giocatori più importanti della squadra. Da dirigente dei liguri, Meluso ha anche avuto i meriti di aver creduto nell’allenatore Vincenzo Italiano, in grado di espugnare il Maradona con il suo Spezia, al punto da ricevere il plauso del patron azzurro De Laurentiis a fine partita negli spogliatoi.
L’uomo delle cessioni
Adesso Meluso ha con sé una nuova sfida, quella di non far rimpiangere il direttore uscente accontentando una piazza molto esigente come quella partenopea. La prima difficoltà che dovrà affrontare sarà quella di trovare un punto d’incontro con i giocatori in scadenza di contratto come Zielinski e Lozano. Per loro ancora non c’è un incontro per il rinnovo ma sicuramente il polacco sembra essere più favorevole ad una permanenza in azzurro. Meluso dovrà trovare club interessati ai giocatori e soprattutto, una volta venduti, trovare dei sostituti all’altezza dei campioni d’Italia in carica. Il Napoli ha un progetto molto ambizioso e gli interventi sul mercato saranno fondamentali ai fini del raggiungimento degli obbiettivi e saranno un grande banco di prova per un dirigente ancora non abituato a gestire la pressione di una piazza così importante. La fiducia di De Laurentiis fa ben sperare, in quanto la sua gestione è sempre stata caratterizzata da direttori sportivi di campo, capaci di individuare talenti interessanti e dal futuro sicuro. Il giudizio sul nuovo direttore, pertanto, è rimandato a fine stagione quando si avrà un quadro completo degli acquisti e delle cessioni effettuate.